Cinema queer
Cinema queer: essere visibili significa esistere
Mentre le opere che incorporano protagonisti queer o che mettono in discussione l'identità di genere o l'orientamento sessuale prosperano ovunque, i diritti delle comunità LGBTIQ+ continuano a essere violati in molti paesi e subiscono regressioni laddove le mentalità transfobiche e omofobe continuano ad avanzare. Organizzare una retrospettiva sul cinema queer ci sembra quindi un promemoria essenziale di libertà mai acquisite, ma anche della natura recente di questa visibilità queer nella settima arte, quasi altrettanto recente quanto l'entrata in vigore del "matrimonio per tutti" in Svizzera, meno di tre anni fa.
Perché è proprio la visibilità ad essere in gioco con questa retrospettiva, o meglio, con queste retrospettive. Questo importante ciclo si svolgerà in due fasi: mentre la prima parte è stata concepita come un viaggio attraverso la storia del cinema, la seconda, prevista tra maggio e giugno 2026, offrirà una prospettiva contemporanea. Questo doppio programma mira a riflettere sull'evoluzione delle rappresentazioni queer nel cinema, a mettere in discussione i modelli di identificazione, ma anche a evidenziare gli squilibri all'interno delle minoranze: uomini cisgender, gay e bianchi occupano più spazio sullo schermo rispetto a donne, lesbiche, transgender e persone razzializzate.
Sebbene ogni film presentato abbia una sua importanza – in termini di epoca, produzione, successo e/o unicità – la selezione non pretende di essere esaustiva, né di costituire le pietre miliari di un pantheon alternativo. Attraverso il loro dialogo, queste opere delineano i contorni di un'altra storia del cinema; la storia di coloro che abbiamo cercato di nascondere e mettere nell'armadio; la storia di coloro che sono diventati invisibili.
Se per molto tempo i personaggi queer sono stati inesistenti o sono stati condannati a incarnare elementi comici, antagonisti, malati o, peggio, tutte e tre le cose contemporaneamente, fortunatamente non abbiamo dovuto aspettare fino alla fine degli anni '60 – il periodo dei moti di Stonewall e della liberazione sessuale – per trovare rappresentazioni più diversificate. Lo dimostra Queen Christina (1933), in cui Greta Garbo posa un bacio furtivo sulle labbra del suo amante, un gesto meccanico e quotidiano che delinea la natura della loro relazione omosessuale, ordinata perché non tematizzata.
Nonostante innumerevoli censure (dal codice Hays di Hollywood al divieto del film keniano Rafiki nel suo stesso Paese nel 2018), il cinema queer si è ritagliato un posto nella settima arte. Correlati al contesto socio-storico della loro produzione, questi riflessi arcobaleno non sempre incarnano ideali di rappresentatività, in particolare nella loro dimensione caricaturale, ma hanno contribuito tanto a una forma di visibilità quanto a possibili identificazioni.
In questa prospettiva, il viaggio storico al quale vi invitiamo nei prossimi mesi passa attraverso il sostegno. Con il sostegno della Città di Losanna, avremo il piacere di proporre una serie di cornici realizzate in collaborazione con diverse persone e associazioni queer che la Cinémathèque desidera ringraziare, tra cui Agnodice, Familles arc-en-ciel, Ekivock, L-Check, les Klamydia's, Lilith, LWORK, PlanQueer, Rainbowspot e VoQueer.
Politica LGBTIQ+ a Losanna
La Città di Losanna, attraverso la sua politica LGBTIQ+, è lieta di essere associata a questo primo ciclo Queer Cinema della Cineteca Svizzera. Con oltre 40 film, questa retrospettiva esplora una parte della storia del cinema occidentale dagli anni '30 agli anni 2010, un momento cruciale nella rappresentazione, sia numerica che qualitativa, delle minoranze OSAIEGCS (ovvero "orientamento sessuale e affettivo, identità ed espressione di genere, caratteristiche sessuali") nel cinema.
Questa retrospettiva coincide in parte con il Mese dell'azione e della visibilità LGBTIQ+ della città di Losanna, il cui tema di quest'anno è Storia e archivi. In quest'ottica, la Cineteca svizzera e LGBTIQ+ Policy hanno voluto mettere in risalto due documentari che saranno oggetto di una tavola rotonda, in collaborazione con diverse associazioni LGBTIQ+ di Losanna.
Questo ciclo dedicato al cinema queer è un’occasione unica per costruire una cineteca ideale e immaginaria, per (ri)scoprire una parte della sottocultura LGBTIQ+. Ci auguriamo che tu abbia tante emozioni
guardando i numerosi film e partecipando agli eventi organizzati nel corso di questi due mesi. La diversità rende la nostra città più forte. Insieme possiamo costruire una società più giusta, più sicura e più rispettosa.
Altri film nella retrospettiva
Questa retrospettiva, che abbraccia quasi un secolo di storia del cinema, da The Blood of a Poet di Cocteau del 1930 al film keniano Rafiki di Wanuri Kahiu del 2018, offre uno sguardo nuovo ai film con personaggi e figure queer. Queste opere, che spaziano da film popolari come La Cage aux folles (Edouard Molinaro, 1978) a proposte più intime o radicali come i cortometraggi Scorpio Rising (Kenneth Anger, 1963) o Mano destra (Cléo Uebelmann, 1986), permettono di riflettere sull'evoluzione delle rappresentazioni queer e di mettere in discussione i modelli di identificazione.